23 Apr 2024
Simone Cristicchi firma il nuovo “Quadro Sonoro” del Museo archeologico nazionale di Taranto
Martedì 23 aprile alle 12.30, nel Museo archeologico nazionale di Taranto, la presentazione di “Kybalion”, il titolo del “quadro sonoro” composto dal Maestro Simone Cristicchi. Si tratta della terza installazione all’interno del MArTA, dopo quelle realizzate dal Maestro e Premio Oscar, Dario Marianelli, e dal cantautore Achille Lauro. Altri “quadri sonori” installati in città sono stati composti e diretti dal Maestro Remo Anzovino (Concattedrale Gran Madre di Dio), dal Maestro John Rutter (Cattedrale di San Cataldo) e dal Maestro Giovanni Sòllima (Castello aragonese).
All’incontro con i giornalisti erano presenti lo stesso compositore, la direttrice del Museo archeologico nazionale di Taranto, Stella Falzone, e il direttore dell’Orchestra della Magna Grecia, Piero Romano.
«Ho composto l’opera Kybalion dedicata alla Collezione Ricciardi – spiega Simone Cristicchi – lasciandomi ispirare dall’atmosfera dei suoi affascinanti dipinti; l’iconografia sacra presente sulle tele mi ha dettato una musica di atmosfere rarefatte, melodie malinconiche e imponenza orchestrale: la musica e il sacro, come unite da identica intenzione, hanno la capacità di elevare l’animo umano, agendo direttamente con le nostre cellule cerebrali, al fine di “trasumanar”, di andare oltre l’umano, di sperimentare la Grazia e l’Oltre, laddove il Tutto si dipana nello spazio e nel tempo, informando di sé il nostro esistere eterno».
«La musica, come l’arte, anche quella che viene dal passato, hanno un potere comune: quello di travalicare il presente e trasportarci quasi in un’altra dimensione. Il progetto dei “Quadri Sonori” dell’Orchestra della Magna Grecia ha proprio questo potere: rendere immortale e perenne, oltre l’oggi, l’arte e la cultura – commenta la direttrice del Museo archeologico nazionale di Taranto, Stella Falzone – La sensibilità del Maestro Cristicchi è, inoltre, una garanzia di quello che lui stesso chiama l’”oltre”. Una visione quasi microscopica e dettagliata del rapporto tra il suono e le opere che lo hanno ispirato. Tra queste vale la pena ricordare le opere di Luca Giordano , Francesco Solimena, Rutilio Manetti, Francesco De Mura e Paolo De Matteis».
«Con il quadro sonoro di Simone Cristicchi si completa un percorso – dice il Maestro Piero Romano, Direttore artistico dell’Orchestra Magna Grecia – studiato con la Direzione del Museo archeologico MArTA di Taranto, con lo scopo di offrire ai visitatori, per ciascun piano, un’opera originale; “quadri” di estrazione culturale, esperienza artistica completamente distanti fra loro: dopo Achille Lauro e Dario Marianelli, ecco la visione artistica di Simone Cristicchi dedicata alla Collezione di Monsignor Giuseppe Ricciardi. Questo “quadro” assume il valore di un omaggio alla devozione culturale, all’interesse della propria comunità, invitando a una cultura rispettosa dell’identità umana. La collezione Ricciardi è nel Museo per volontà dello stesso Monsignore, che espresse questo desiderio in punto di morte. Una collezione della quale fanno parte quadri estremamente importanti. Narrare la visita della Collezione collocata al secondo piano del Museo, attraverso la musica di Simone Cristicchi, è per tutti noi motivo di grande soddisfazione. Grazie all’azione coordinata con il Museo archeologico, sono orgoglioso di poter annoverare nel patrimonio artistico della città di Taranto un’altra opera esclusiva. Infine, un particolare ringraziamento al Maestro Valter Sivilotti, che ha rivestito un ruolo importante nell’aver arrangiato e diretto questo “quadro sonoro”».
«Collaboro con Cristicchi dal 2011 – spiega il Maestro Valter Sivilotti – con lui, negli anni, ho sviluppato una grande sintonia; a proposito di “Kybalion”, Simone mi ha inviato una composizione che ho amato subito; affascinanti spunti melodici sui quali ho costruito la partitura per l’Orchestra della Magna Grecia: è una composizione molto suggestiva che presenta movimenti cantabili, a tratti struggenti, con un pathos molto elegante; l’elemento romantico dell’opera si contrappone a una parte centrale, molto ritmica, anche questa di grande suggestione, fino alla conclusione con la ripresa del tema iniziale».
«I tre movimenti musicali di cui di “Kybalion” si compone – conclude Cristicchi – rappresentano i tre gradi della grande Opera Alchemica di purificazione, attraverso la quale gli antichi alchimisti raggiungevano l’elevazione spirituale trasformando la materia informe in oro, metafora del processo di chiarificazione della mente disordinata. L’arte figurativa e la musica, in uno sposalizio che trascende le forme, divengono così metafora di ricerca esistenziale, in grado di traghettare l’essere, laddove le parole non possono arrivare».
Risale al pomeriggio di sabato 30 settembre dello scorso anno, la visita al Museo di Cristicchi, che nell’occasione aveva già indicato ai giornalisti presenti le prime anticipazioni sul “quadro sonoro” in via di realizzazione.
Simone Cristicchi, dopo anni di successi teatrali, con centinaia di migliaia di spettatori e “sold out” ripetuti, ha incantato il pubblico del Festival di Sanremo 2019 con la straordinaria poesia in musica “Abbi cura di me” aggiudicandosi il “Premio Sergio Endrigo” alla miglior interpretazione e il “Premio Giancarlo Bigazzi” per la miglior composizione musicale. Dopo l’esperienza sanremese, il ritorno sui palchi musicali di tutta Italia con un concerto speciale, concomitante alla pubblicazione dell’album “Abbi cura di me”, prima raccolta dei suoi più noti e amati brani, fra questi, oltre alla stessa “Abbi cura di me”, troviamo “Ti regalerò una rosa”, “Studentessa universitaria”, “La prima volta (che sono morto)”, “Meno male”, “Vorrei cantare come Biagio”, “L’Italia di Piero”, “Che bella gente”.
Cristicchi è un artista profondo e imprevedibile: musicista, attore e autore teatrale, scrittore, oltre che direttore del Teatro Stabile d’Abruzzo. Tutte le sue sfaccettature prendono forma in una alchimia di parole, immagini, canzoni e racconti.
La Collezione Ricciardi del Museo archeologico nazionale di Taranto
La collezione comprende un’icona bizantina, ascritta tra la fine del XV e gli inizi del XVI sec., che riproduce il tipo della Vergine Odegitria, una lastra in zinco recante un’Addolorata piangente dipinta ad olio, databile al XVI-XVII sec. e diciotto quadri realizzati ad olio su tela, inquadrabili cronologicamente tra il XVII ed il XVIII sec., raffiguranti soggetti sacri. Molte opere sono riconducibili alla scuola napoletana di Andrea Vaccaro (Il Redentore, Amore dormiente), Luca Giordano (Transito di san Giuseppe, Adorazione dei Pastori, Strage degli innocenti), Francesco Solimena (La Maddalena), Paolo de Matteis (Addolorata) e Francesco De Mura (Profeti); di autore ignoto sono invece La Maddalena penitente e il Cristo all’orto. I quadri più tardi (Addolorata tra i santi Nicola e Barbara, Deposizione) sono stati attribuiti al pugliese Leonardo Antonio Olivieri di Martina Franca. A produzioni centro-settentrionali rimandano invece la Santa Cecilia che suona l’organo, del senese Rutilio Manetti, la Circoncisione, copia di autore ignoto dell’opera dell’urbinate Federico Barrocci, ed il Martirio di san Sebastiano, che riproduce un analogo soggetto di Guido Reni.
Nei concerti con l’Orchestra della Magna Grecia, un pensiero rivolto ad Antonio Cosimo Stano. «“Ti regalerò una rosa” è l’esempio, il mio manifesto: raccontare una storia e mettere al centro chi non ha voce, chi è privo di visibilità, in questo caso gli emarginati; ognuno di noi potrebbe cadere nella follia da un momento ed è proprio questo che ci spaventa nella malattia mentale. Trovo interessante utilizzare il palcoscenico, mettere in luce queste realtà di cui poco si parla e dire “Esiste Antonio Cosimo Stano!”, uno dei miei “santi silenziosi”, a volte agnelli sacrificali che muoiono per risvegliarci. Nei miei concerti dedico spesso questa canzone all’anziano disabile picchiato selvaggiamente a Manduria, che il caso ha voluto si chiamasse proprio come il protagonista di “Ti regalerò una rosa”: mi piace pensare a Cosimo come al protagonista di questo brano, che vola finalmente libero, ora che ha fregato tutti trasferendosi in un’altra dimensione».