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Focolaio UE di Salmonella nella rucola italiana. Epidemia in diversi paesi UE, richiamati altri marchi

Casi registrati anche in Austria, Danimarca, Germania e Svizzera

Presunta presenza di Salmonella richiamati precauzionalmente due lotti di rucola bio del marchio “Le Insalatine Biologiche Bennet Bio. Il motivo indicato sull’avviso di richiamo è la presunta presenza di Salmonella. Il prodotto in questione è venduto in confezioni da 100 grammi, appartenente ai lotti numero 370241 con la data di scadenza 30/09/2024 e 370686 con la data di scadenza 03/10/2024, entrambi scaduti al momento della pubblicazione da parte della catena (04/10/2024). La rucola bio è stata prodotta per Orto Bellina Srl dall’azienda OP Raggio di Sole Sac, nello stabilimento attivo di produzione in via Virgilio 5, a Gorlago, in provincia di Bergamo. Il richiamo è collegato alla notifica Rasff 2024.7033, relativa alla presenza nella rucola di origine italiana di Salmonella Umbilo, un raro sierotipo di Salmonella enterica, con casi registrati anche in Austria, Danimarca, Germania e Svizzera. L’allerta è stata notificata dall’Austria, che ha registrato 16 casi di salmonellosi a partire da luglio 2024: la maggior parte delle persone coinvolte ha riferito all’Agenzia austriaca per la salute e la sicurezza alimentare (AGES) di aver mangiato rucola nei sette giorni precedenti alla comparsa dei sintomi. Secondo quanto emerso dalle indagine epidemiologiche e microbiologiche, la rucola in questione era di origine italiana. Altri casi di Salmonella Umbilo sono stati registrati anche in Germania (98) e Danimarca (23). Le indagini preliminari puntano a rucola contaminata proveniente dall’Italia. Nel dettaglio a rivelarlo è l’AGES-Agenzia austriaca per la salute e la sicurezza alimentare in una nota del 24 settembre. Da luglio 2024, 16 persone in Austria si sono ammalate di un certo ceppo di salmonella (Salmonella umbilo), tre delle quali hanno dovuto essere ricoverate in ospedale. Sono state colpite persone in Carinzia, Alta Austria, Stiria, Tirolo e Vienna. Sono stati segnalati casi di malattia con questo ceppo anche in altri Paesi europei (98 in Germania e 23 in Danimarca), coinvolti altri paesi che hanno ririrato il prodotto dal mercato come Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Grecia, Ungheria, Lattonia, Lituania, Olanda, Polonia, Qatar, Romania, Slovacchia, Slovenia, Emirati Arabi e Inghilterra. Questo focolaio di origine alimentare è oggetto di indagine in stretta collaborazione tra AGES, il Ministero della Salute e le autorità provinciali competenti. La maggior parte dei pazienti intervistati dall’AGES ha dichiarato di aver mangiato rucola nei sette giorni precedenti l’insorgenza della malattia. L’agente patogeno è stato individuato attraverso una ricerca mirata da parte delle autorità competenti e test casuali sugli alimenti sospetti. I lotti interessati non sono più disponibili sul mercato. In sintesi, vi sono indicazioni epidemiologiche e microbiologiche che la rucola di produzione italiana sia il veicolo di infezione di questo focolaio, che sta interessando anche altri Paesi europei. I risultati delle indagini in Austria sono stati comunicati alla Commissione europea e agli Stati membri dell’Ue attraverso il sistema europeo di allarme rapido RASFF. Le informazioni provenienti dall’Austria possono essere utilizzate per ulteriori indagini e per le misure necessarie. A scopo precauzionale, Giovanni D’Agata, presidente dello Sportello dei Diritti, raccomanda di non consumare la rucola con le date di scadenza e i numeri di lotto sopra indicati. Le consumatrici e i consumatori eventualmente in possesso dei prodotti richiamati possono restituirli al punto vendita d’acquisto.

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