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Riprendono i furti di olivi secolari per fare legna. Non è bastata la xylella: l’ultimo raid in campagna a Surbo, rubati 10 ulivi

Lo Sportello dei Diritti: “maggiori controlli anche con droni”

Non è bastato il flagello della xylella che aveva colpito da Sud a Nord tutto il Salento che solo da poco inizia a riprendersi da quella che poteva essere la sua definitiva desertificazione con il rischio, poi scongiurato attraverso campagne di ripiantumazione, della scomparsa della pianta più caratteristica, l’ulivo. Soggetti senza alcuna coscienza per quanto accaduto ad un intero Territorio sembra stiano proseguendo un business criminale che conosceva precedenti già prima dell’esplosione del fenomeno del disseccamento rapido, ma che negli ultimi anni ha conosciuto picchi impressionanti. Si tratta del “supermarket” degli olivi secolari colpiti dall’infestante e ormai secchi. Una “tratta” messa in atto da bande criminali che sovente, su commissione, rubano gli alberi che prendono le vie del mercato della legna da ardere. Come nel caso segnalato da un proprietario di un terreno a Surbo che venerdì scorso si era recato per controllare un suo uliveto. Il malcapitato ha, infatti, scoperto che alcuni individui avevano tagliato dieci alberi di ulivo secolare e ne avevano portato via la legna. Dallo stato di alcuni ceppi, tagliati e lasciati ancora sul posto, l’uomo si è reso conto che il furto era avvenuto da pochi giorni. Gli alberi, infatti, risultavano recisi con tagli recenti fino al tronco principale, probabilmente per ricavarne legna per ardere da vendere a terzi. Sul posto l’ignaro proprietario ha rilevato anche tracce di grosse macchine da trasporto, probabilmente utilizzate per trasportare i corposi tronchi, ma nessun altro indizio utile a rintracciare gli autori del furto. Alla luce di questo ennesimo fatto criminoso che pone l’accento sulla gravità di questi fenomeni, finalizzato a procurare legna da parte di persone senza scrupoli, costituendo un ulteriore flagello alla stregua del batterio della xylella fastidiosa che sta falcidiando le coltivazioni, Giovanni D’Agata, presidente dello Sportello dei Diritti, invita l’autorità ad adottare una nuova metodologia di prevenzione consistente in servizi straordinari di controllo del territorio a mezzo dell’utilizzo di droni, in particolare individuando aree specifiche e obiettivi sensibili verso i quali sono maggiormente orientati i reati predatori.

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