17 Apr 2025
Si apre domani a Lecce la seconda edizione del FESTIVAL DI PASQUA di Opera Prima, con la direzione artistica Ludovica Rana.
18, 19, 20 APRILE (ore 19.30)
LECCE – “Teatrino” ex Convitto Palmieri
FESTIVAL DI PASQUA
Direzione artistica Ludovica Rana
Tre serate con grandi artisti internazionali e giovani talenti che già calcano importanti palcoscenici, pronti a farsi interpreti di una giostra di repertori che spaziano dai grandi autori classici ai contemporanei.

Domani, VENERDÌ 18 APRILE, il romanticismo di Max Reger per un viaggio sonoro attraverso il Trio per archi n.1 Op. 77b, un’opera rara e affascinante, e Schumann con il Quartetto per pianoforte e archi op. 47 che catapulterà in un mondo di sentimenti intensi. Interpreti: Alice Bisanti – viola, Gabriele Ceci – violino, Maddalena Giacopuzzi – pianoforte, Annastella Gibboni – violino, Ludovica Rana – violoncello.
SABATO 19 APRILE l’energia e passione di Shostakovich con due pezzi per ottetto d’archi e la trascrizione orchestrale del suo Quartetto per archi n. 8, passando per il Quintetto per pianoforte e archi di Schumann con ROBERTO PROSSEDA: un evento imperdibile!
DOMENICA 20 APRILE si chiude con un programma che celebra il dialogo tra epoche e linguaggi musicali, unendo la grazia classica di Mozart, la profondità meditativa di Arvo Pärt e l’energia ritmica di Bartók.
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Anche la Puglia ha il suo Festival di Pasqua, noto format che accomuna grandi realtà europee. La seconda edizione, con la direzione artistica di Ludovica Rana, si apre domani, venerdì 18 aprile (ore 19.30, biglietto 15 euro – ridotto 10 euro, info festivaldipasqualecce.com), a Lecce, nella Sala Convegni “Teatrino” dell’ex Convitto Palmieri.
Sempre fedele al suo slogan “La musica da camera è giovane”, il Festival di Pasqua vedrà protagonista delle tre serate grandi artisti internazionali, tra cui anche il pianista Roberto Prosseda, e giovani talenti che già calcano importanti palcoscenici, pronti a farsi interpreti di una giostra di repertori che spaziano dai grandi autori classici ai contemporanei.
VENERDÌ 18 APRILE 2025
Si parte con il romanticismo di Max Reger ed il viaggio sonoro attraverso il Trio per archi n.1 Op. 77b, un’opera rara e affascinante, e con Schumann, con il Quartetto per pianoforte e archi op. 47 che catapulterà in un mondo di sentimenti intensi. Interpreti: Alice Bisanti alla viola, Gabriele Ceci e Annastella Gibboni al violino, Maddalena Giacopuzzi al pianoforte, Ludovica Rana al violoncello.
La forma compartecipe della sostanza, anzi germe creativo da cui sgorga il pensiero compositivo. È questo il fascino della composizione che aprirà il Festival di Pasqua 2025. Proprio la forma, o meglio, le forme musicali sono un’ossessione per Max Reger. Preludi, fughe, ciaccone, notturni, suite i cui schemi formali definiti vengono trapiantati nel secolo della ‘relatività imperante’ dove ogni certezza piana è perduta per dare spazio ad un caleidoscopio sonoro animato da armonie preziose, cromatismi palpitanti e abilità contrappuntistiche. Audace è la scelta di aprire il festival con una composizione di M. Reger: autore per decadi ostracizzato e relegato, nelle migliori occasioni, tra i neoclassici minori; un autore divisivo, definito “freddo e di poca presenza spirituale” e ancora “sommo cesellatore di musica da camera” da alcuni ma anche precursore di moltissime esperienze musicali del Novecento, da altri. Indubbia è la copiosità della musica da camera nel catalogo: un numero impressionante di composizioni che svela un amore viscerale per Bach e Brahms. Un amore alimentato dalla conoscenza e dalla comprensione del repertorio che nella propria penna diviene anello di congiunzione tra barocco, tardo romanticismo ed espressionismo convivendo nella pluralità delle dimensioni proprie del Novecento. Il trio in la minore è uno di quelle testimonianze ‘sonanti’ che disarmano ogni detrattore: la capacità di tensione emotiva, l’espressività, la proiezione verso una promessa di rinascita mentre si attraversa la difficoltà del tempo presente disarmante non può che essere un augurio per un cammino verso la Pasqua e un mondo migliore.
Si torna agli affetti stabili, quelli debitamente sedimentati, con il quartetto op.47: è manifestazione di uno Schumann nel pieno della sua maturità, dodici umbratili battute aprono il primo movimento in un clima di sospesa attesa che presto sboccia nell’Allegro ma non troppo. È il 1842, l’anno che lo stesso compositore definì “l’anno della musica da camera“, e questo quartetto per pianoforte e archi ne rappresenta uno dei frutti più maturi. Composto a Lipsia, dopo aver studiato approfonditamente i quartetti di Mozart e Beethoven, l’opera mostra uno Schumann in perfetto equilibrio tra la sua anima romantica e la sua devozione alle forme classiche.
Il secondo movimento è un vero gioiello: uno Scherzo in cui l’energia ritmica e l’inventiva melodica si fondono in un vortice di suoni che sembra riflettere la doppia natura dell’autore – Florestan ed Eusebius (Florestano ed Eusebio), impeto e meditazione. L’Andante cantabile che segue è una delle pagine più intime e toccanti del repertorio cameristico romantico, dove il violoncello intona una melodia di struggente bellezza che sembra evocare il canto di Clara, sua amata sposa.
Il Finale, con la sua brillante scrittura pianistica e il sapiente dialogo tra gli strumenti, conclude l’opera con uno slancio vitale che celebra la gioia della creazione artistica condivisa. In questo quartetto, Schumann raggiunge quella perfetta sintesi tra forma e contenuto emotivo che rappresenta l’essenza del suo linguaggio musicale: passione controllata dalla ragione, fantasia incanalata nella tradizione.
Così, dopo l’audace modernità di Reger, il festival ci riporta al cuore pulsante del romanticismo tedesco, in un ideale percorso che abbraccia continuità e rottura, tradizione e innovazione – due facce della stessa, inesauribile ricerca espressiva che anima la grande musica di ogni tempo.
SABATO 19 APRILE l’energia e la passione di Shostakovich con due pezzi per ottetto d’archi e la trascrizione orchestrale del suo Quartetto per archi n. 8, passando per il Quintetto per pianoforte e archi di Schumann, con la partecipazione al pianoforte di Roberto Prosseda, uno dei musicisti italiani più versatili e attivi sulla scena mondiale, la cui fama è cresciuta soprattutto grazie all’integrale delle opere pianistiche di Felix Mendelssohn, registrata per Decca in 10 CD (2005-2014) e raccolta in un cofanetto nel 2017.
DOMENICA 20 APRILE si chiude con un programma che celebra il dialogo tra epoche e linguaggi musicali, unendo la grazia classica di Mozart, la profondità meditativa di Arvo Pärt e l’energia ritmica di Bartók.
Tra gli interpreti delle tre serate, oltre alla stessa direttrice artistica Ludovica Rana, il pianista Roberto Prosseda, il Quartetto Adorno (Edoardo Zosi – violino, Liù Pelliciari – violino, Benedetta Bucci – viola, Stefano Cerrato – violoncello), i violinisti Riccardo Zamuner e Gabriele Ceci, la pianista Maddalena Giacopuzzi, la violista Alice Bisanti, la violinista Annastella Gibboni, il contrabbassista Angelo Santo Loisi e il violista Matteo Mizera.
Inizio concerti ore 19.30.
Biglietti 15 euro (ridotto under 25 e studenti di Conservatorio e Università euro 10). Abbonamento tre serate euro 40 (ridotto euro 25). Acquisti on line su vivaticket.com.
Tutte le informazioni su festivaldipasqualecce.com
info@associazioneoperaprima.com
Il Festival di Pasqua è realizzato dall’associazione musicale Opera Prima, con la direzione artistica di Ludovica Rana, violoncellista e camerista – si è formata nei centri artistici più autorevoli d’Europa – docente di Musica da Camera presso il Conservatorio di Bari e direttrice artistica di SMA – Sistema Musica Arnesano, progetto sociale nato nel 2017 nel suo paese d’origine, nella provincia leccese.
Tre serate di note “preziose” che faranno brillare Lecce, la città simbolo del barocco, in un intenso fine settimana all’insegna della musica da camera! Saranno proposte le pagine più straordinarie del repertorio cameristico di Bartok, Mozart, Pärt, Schumann, Shostakovich, Reger: programmi che celebrano la creatività e l’arte in tutte le sue massime espressioni. (Ludovica Rana)